CLAUSOLA “FLOOR”: LA NOVITA’ (POCO GRADITA) DEI MUTUI VARIABILI

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Qualora ci si trovi a stipulare un contratto di mutuo a tasso variabile con un Istituto Bancario, normalmente gli interessi vengono calcolati sommando il tasso Euribor con periodicità concordata in sede di contratto e lo Spread che si esprime in percentuale. Nel caso dell’Euribor, acronimo di Euro Interbank Offered Rate, parliamo di un indice che cambia in continuazione, a seconda dell’andamento delle operazioni finanziarie condotte tra le banche, anche quotidianamente. Un dato quindi, che per il mutuatario, può oscillare in negativo o positivo a seconda del periodo e delle oscillazioni finanziarie. Per chi decide di accendere un mutuo a tasso variabile, in questo periodo, le cose appaiono decisamente convenienti ma bisogna prestare attenzione, nel contratto con la Banca, alla Clausola “Floor” che fissa il tasso minimo di percentuale sotto al quale gli interessi bancari non possono scendere. Ipotizzando che il tetto “Floor” sia fissato a 1 e il tasso Euribor scenda al di sotto, il mutuatario continuerà comunque a pagare il minimo fissato dalla Banca.La clausola “Floor” si presenta come speculare alla “Cap” che invece fissa il tetto massimo di interesse applicabile a un mutuo a tasso variabile. La clausola “Floor”, introdotta da pochi anni, non ha mancato di far discutere in quanto tacciabile di essere clausola vessatoria in un contratto tra le parti. La presunta vessatorietà è infatti definita da un generale squilibrio tra obblighi e diritti derivanti dal contratto stesso, che la “Floor” andrebbe ad alimentare propendendo decisamente l’ago della bilancia verso l’ente mutuatario, sopratutto in un periodo in cui l’indice Euribor non è mai stato così basso, se non prossimo allo zero. A fronte delle polemiche sorte in merito, si è espresso l’ABF ovvero l’Arbitro Bancario Finanziario (sistema di risoluzione delle controversie che possono sorgere tra i clienti e le banche e gli altri intermediari in materia di operazioni e servizi bancari e finanziari) il quale ha decisamente scagionato la “Floor” dall’essere una clausola vessatoria, in quanto la vessatorietà non può mai essere identificata all’interno del contenuto economico del contratto, purchè questi risulti chiaro e comprensibile alle parti. In buona sostanza e tenuto conto delle attuali condizioni di oscillazione in cui versa il tasso Euribor, è necessario comprendere quanto può incidere la clausola “Floor” per chi desidera accendere un mutuo alle migliori condizioni possibili.

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