Vendere un immobile in edilizia convenzionata, a quali vincoli (e limiti) andiamo incontro?

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Se l’acquisto di un immobile realizzato tramite cooperativa non è una passeggiata, altrettanto lo rappresenta la vendita. Una volta scaduti i limiti imposti dalla convenzione per la cessione dell’alloggio, che ricordiamo non sono mai inferiori ai 5 anni, bisogna tener conto di una serie di fattori che possono influire sulla commerciabilità dell’immobile stesso.
I limiti imposti riguardano il prezzo, ma anche una serie di fattori importanti quali ad esempio il diritto di superficie, diritto che il Comune mantiene solitamente per 99 anni sul terreno ove sorge l’immobile, vincolo questo che determina un calo di potenziali acquirenti.
Non sono molti, infatti, coloro disposti ad acquistare un immobile che non sarà mai veramente in piena proprietà. Vanno poi verificati eventuali diritti di prelazione che
il Comune stesso potrebbe rivendicare sull’immobile e, cosa molto importante, bisogna conoscere quali requisiti debba detenere un possibile acquirente, requisiti che di solito sono
gli stessi imposti ai primi assegnatari dell’alloggio.
In molti casi questi vincoli possono essere annullati dal Comune stesso dietro pagamento di una somma prevista dalla convenzione stessa. Facendo quindi apposita domanda e
pagando l’esatto importo calcolato dall’amministrazione, si potrà poi porre l’immobile nel libero mercato. In generale la convenzione ha un limite temporale che va verificato, questo
perchè ovviamente, qualora sia scaduta tale convenzione, non sussistono neanche i vincoli ad essa legati ed è quindi possibile procedere alla libera vendita dell’immobile.