L’evoluzione darwiniana ICI – IMU – TASI è quasi completata. Adesso non ci resta che capire quali sono le reali differenze e, soprattutto, quanto ci verrà a costare. Ecco un breve confronto chiarificatore:
Aliquote
- TASI 0,25% (ma innalzabile fino allo 0,33%)
- IMU 0,4% (0,07% in più rispetto a quella massima TASI)
Detrazioni
- IMU: prevedeva una detrazione statale fissa di 200 euro più 50 per ogni figlio, con conseguente azzeramento d’imposta per le abitazioni di minor pregio.
- TASI: nessuna detrazione standard, decidono i Comuni come modularle, sfruttando obbligatoriamente il maggior gettito derivante dalla maggiorazione dell’aliquota per questo scopo, ossia per detrazioni o altre forme di sconti (es.: per numero di figli, ISEE favorevole).
Esempi
- IMU: una prima casa con imponibile di 50mila euro in un Comune con aliquota 0,4% non pagava nulla, compensandosi con le detrazioni; con imponibile a 60mila euro pagava 40 euro, ma con un altro figlio anche in questo caso azzerava l’imposta.
- TASI: lo stesso immobile di 50mila euro – ipotizzando che lo stesso Comune imponga l’aliquota massima dello 0,33% – pagherebbe 165 euro di IMU, a cui applicare eventuali detrazioni. Se non ne fosser previste per nuclei familiari più grossi, allora scatterebbe un bel rincaro rispetto al 2012.
Rateizzazione
Infine c’è una novità sulle tempistiche: il decreto prevede che l’IMU si paghi in almeno due rate, ma non eslcude la possibilità di un’unica rata il 16 giugno. Anche in questo caso decideranno i Comuni: ogni contribuente deve attendere l’emanazione della delibera per sapere “se, quando e quanto” dovrà pagare.
— per saperne di più: www.pmi.it —