L’IMMOBILE AD USO TURISTICO OGGI VALE DI PIU’ E CONTINUA A CRESCERE

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Strutture abbandonate, riqualificate, ristrutturate e trasformate in resort di lusso, la vecchia villa di famiglia che diventa un bed & breakfast, per non parlare dell’appartamento in centro che viene affittato su Airbnb. Tutte situazioni che denotano un certo flusso immobiliare orientato verso il settore alberghiero, flusso che in questi ultimi due anni ha conosciuto nuova vita con dati decisamente incoraggianti, soprattutto per quanto riguarda il 2017. L’incremento nel settore alberghiero immobiliare europeo  è stato infatti del 22% rispetto all’anno precedente con un fatturato di 21,7 miliardi di euro.  Sulla stessa lunghezza d’onda anche il mercato ricettivo italiano, il quale, forte anche di luoghi turistici da sempre gettonatissimi si è allineato perfettamente con quello europeo mantenendo alte le performance anche nei primi mesi del 2018. Da sempre il Mediterraneo è una delle mete più ambite dal turismo internazionale e la nostra Italia è una delle oasi in cui splendidi paesaggi naturali, spiagge e mari incontaminati uniti a un patrimonio culturale ed artistico senza eguali, rappresenta la punta di diamante delle richieste di alloggio a uso turistico. Se quindi da una parte si denota una piccola ripresa da parte delle strutture alberghiere (alberghi e resort) sono invece le strutture extraalberghiere ad aver fatto il salto di qualità con incrementi anche dell’11,6% (nel biennio 2015/2016) da parte degli alloggi sfruttati come casa vacanza e del 6% per quanto riguarda i B&B. Se da una parte Bonus e agevolazioni fiscali hanno incentivato la trasformazione degli alloggi in strutture ricettive, la nascita e lo sviluppo di portali dedicati all’affitto breve ha dato un contributo significativo per chi gestisce seconde e terze case con performance veramente di rilievo soprattutto in Lombardia  e in particolare a Milano, che si conferma una delle mete più ambite di questi ultimi periodi.