Accesso al credito, segnali di ripresa

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Arriva finalmente qualche buon segnale di speranza dal punto di vista dell’accesso al credito. Come si è potuto notare grazie a spot radiofonici o televisivi, nei primi mesi di questo 2012, alcune banche hanno ricominciato a promuovere i mutui ai privati, soprattutto per l’acquisto o la ristrutturazione della casa. E’ un segnale molto importante, perchè fino all’anno scorso chi chiedeva un mutuo si sentiva spesso rispondere in maniera evasiva, oppure riceveva proposte così onerose da fargli cambiare idea. Nello stesso momento, infatti, stiamo assistendo a una graduale riduzione degli spread applicati dalle banche, che attualmente si attestano sul 3%, decisamente inferiori rispetto al picco toccato nei mesi scorsi. Ricordiamo che il tasso di rifinanziamento principale, cioè il tasso ufficiale della Banca Centrale Europea, è oggi al minimo storico, e rimangono molto bassi anche Euribor e Irs, cioè i parametri più utilizzati per i mutui a tasso variabile e a tasso fisso, valori che permettono di ottenere un tasso finito del 5% circa. L’Euribor, il tasso interbancario europeo, è il tasso di interesse applicato dalle banche quando si prestano soldi tra di loro. L’Irs è invece comunemente utilizzato per determinare il tasso dei mutui a tasso fisso. Negli ultimi mesi avevamo assistito a un generalizzato aumento degli spread applicati dalle banche, cioè dell’aumento che le banche applicano rispetto al parametro di riferimento, quale margine di guadagno. Le banche, infatti, si sono trovate in difficoltà nella raccolta dei fondi, a causa della crisi di fiducia nel sistema, e hanno dovuto sostenere costi più alti per finanziarsi, come dimostrano i tassi di interesse allettanti offerti sui conti di deposito o altri strumenti finanziari analoghi, utilizzati per il parcheggio temporaneo della liquidità. Ecco perché le banche sono state costrette ad aumentare il margine (spread) applicato ai clienti per i nuovi mutui. L’aumento dello spread ha vanificato la riduzione del parametro di riferimento, quindi i nuovi mutui sono risultati più costosi di quelli stipulati nell’ultimo periodo, ma comunque in linea con i tassi finiti deliberati fino al 2005/2006, ovvero in pieno boom immobiliare. Oggi qualcosa sta cambiando. La rinnovata volontà delle banche di erogare credito (tendenza rivolta più ai privati che alle imprese) può segnare veramente il punto di svolta dell’attuale panorama immobiliare che, ricordiamo, è figlio di una crisi finanziaria, e potrà terminare solo quando le banche torneranno a svolgere appieno la loro funzione istituzionale. Iniziando, alcune banche, a cambiare atteggiamento, è probabile che anche altre le seguano, quindi nel giro di qualche mese l’erogazione del credito bancario ai privati potrebbe tornare su livelli accettabili. Ciò non significherà, ovviamente, il ritorno agli eccessi di qualche anno fa, ma semplicemente la possibilità di ottenere un mutuo per l’acquisto della casa quando la rata risulta sostenibile in base al proprio reddito, e la somma richiesta non supera l’ottanta per cento del valore della casa.