Adeguamento Istat: come si calcola?

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Negli ultimi anni il mercato delle locazioni ha fatto registrare una forte impennata, con tanti proprietari di casa che hanno deciso di mettere a reddito seconde o terze case. Per questi proprietari sono davvero tante le cose su cui informarsi tra tassazione, redazione contratti o cedolare secca. Ma su tutto, l’incognita che regna sovrana è “l’adeguamento istat del canone di locazione”. Si tratta dell’aggiornamento annuale dell’importo della locazione da calcolare in base al costo della vita e che va aggiunto al canone mensile. Ma come si calcola?

Intanto una precisazione: anche se stabilito nel canone di locazione, l’adeguamento non è obbligatario, ma il padrone di casa deve farne richiesta scritta all’inquilino

  • L’adeguamento istat va calcolato in misura del 75% o del 100% della variazione dei prezzi al consumo. nei contratti 4+4 abbiamo un rialzo non superiore al 100%, mentre nei locali commerciali 6+6 si può applicare la rivalutazione al 75% o quella al 100%
  • Si calcola in base all’indice istat di inflazione e come riferimento si prende il più recente disponibile. Clicca qui per una tabella esemplificativa
  • La rivalutazione dovrà essere applicata al mese successivo a quello della scadenza annuale. una volta identificato il tasso applicato, ogni anno andremo ad applicare come rivalutazione la variazione del mese di riferimento rispetto allo stesso mese dell’anno precedente
  • Individuato il tasso di variazione (ad esempio il 2%) si applicherà il 75% o il 100% della stessa come rivalutazione del canone dell’anno scorso. il calcolo sarà quindi il seguente : canone annuale*indice istat*75/100, questa sarà la rivalutazione annuale da ripartire poi sulle dodici mensilità

 

 

 

COSA CAMBIA IN BASE AL TIPO DI CONTRATTO?

Contratti a canone concordato come richiesta retroattiva, ma senza arretrati

Contratti liberi come aumento automatico a carico dell’inquilino, con l’obbligo di mettersi in pari anche con gli arretrati