Risparmi per il riscaldamento e incentivi al rinnovo

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L’ultimo rapporto sui consumi energetici delle famiglie italiane, realizzato da Istat, Enea e MiSE, mostra che la bolletta del gas rappresenta la voce più gravosa del bilancio casalingo.

In effetti, circa l’80% dei consumi è associato al riscaldamento (di cui il metano alimenta circa il 70% dei sistemi tra autonomi e centralizzati) e alla produzione di acqua calda sanitaria (per la quale la percentuale scende di poco, nonostante la diffusione dei boiler elettrici). Per salvaguardare il rendimento degli impianti è fondamentale la manutenzione, specialmente dei bruciatori che, se malfunzionanti, producono il pericoloso monossido di carbonio.

La normativa prevede controlli annuali per l’efficienza energetica e test biennali per la “verifica dei fumi”, oltre alla presenza del libretto di manutenzione: un documento redatto da un tecnico, che riporti i dati del proprietario come terzo responsabile, il numero di matricola dell’apparecchio e lo storico di analisi dei fumi e interventi effettuati. Tutta la documentazione a norma di legge deve essere registrata dal professionista presso il CURIT (Catasto Unico Regionale degli Impianti Termici), banca dati istituita da Regione Lombardia nel 2008 che raccoglie e gestisce i dati relativi a tutti gli impianti termici presenti sul territorio.

Quando cominciano a presentarsi malfunzionamenti, la scelta migliore può essere la sostituzione della caldaia. Sebbene questi apparecchi abbiano costi non trascurabili, si evitano continue ed onerose riparazioni e si ha un ritorno nel tempo grazie al contenimento dei consumi degli impianti moderni. Per questo è bene farsi guidare da un professionista che ci consigli il sistema migliore in base alle nostre esigenze.

Prendiamo ad esempio un appartamento di 100 mq a Milano in classe G: la sostituzione di una caldaia convenzionale con una “a condensazione”, fa risparmiare di circa il 50% dell’energia e quasi il 40% dei costi.

Senza considerare il grande giovamento per l’ambiente derivante dalla riduzione delle emissioni di biossido di azoto nell’aria: si stima infatti che a livello europeo gli edifici causino il 36% delle emissioni di gas serra e che il 60% dei 126 milioni di dispositivi installati risulti inefficiente.

Per tutti questi motivi il Governo ha concesso sostegni economici a chi sceglie di riqualificare la propria abitazione, con incentivi come il superbonus 110% e l’ecobonus: una detrazione d’imposta (IRPEF o IRES) del 50% in caso di installazione di caldaia a condensazione in classe A o superiore, prorogata a tutto il 2022, con probabile conferma delle aliquote. Ad oggi il  contributo può salire al 65% in caso di sostituzione integrale dell’impianto di climatizzazione invernale con l’installazione di caldaia a condensazione e termovalvole applicate ai caloriferi oppure di un generatore a pompa di calore di classe non inferiore ad A+ che permette la climatizzazione sia estiva che invernale.  Anche gli innovativi metodi di produzione dell’acqua calda sanitaria rientrano nel beneficio siano essi elettrici o solari.

Per accedere all’ecobonus è necessario:

  • essere in possesso della certificazione del produttore, da cui si evinca che vengono rispettati i requisiti tecnici minimi (in caso di potenze superiori a 100kW, occorrerà invece l’asseverazione di un professionista abilitato)
  • aver trasmesso telematicamente una scheda informativa all’Enea
  • aver effettuato il pagamento a mezzo bonifico “parlante”, indicando causale, codice fiscale del beneficiario e partita iva della ditta che ha effettuato i lavori.