Affitti in nero: dalla denuncia alla paura

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Passare in poco più di due anni dal coraggio di denunciare una situazione illegale, alla paura di ritorsioni. No, non stiamo parlando di una storia di mafia, ma di alcune paradossali situazioni di affitto.

Tutto nasce nel 2011 quando il Governo Berlusconi aveva approvato una legge atta a decretare la fine della piaga degli affitti in nero. La norma approvata consentiva a tutti gli inquilini “in nero” di registrare il proprio contratto in modo unilaterale, senza il consenso del padrone di casa, ottenendo così un sostanzioso sconto sull’affitto. Il principio era, in sostanza, incoraggiare gli inquilini a denunciare gli evasori, consentendo così ai primi di beneficiare di canoni molto bassi, e al Fisco di far emergere le imposte non versate, più relative sanzioni.

L’obiettivo era quello di far incassare allo Stato quasi UN MILIARDO di euro di accordi sommersi (fonti stimate da dati Sunia e Cgia di Mestre che raccontano di almeno 450.000 studenti e quasi 950.00 accordi “in nero”), anche se a oggi l’Agenzia delle Entrate non è in grado di stimare il numero di locazioni non dichiarate. E forse non lo sapremo mai visto che la settimana scorsa la Corte Costituzionale ha dichiarato incostituzionale la legge in questione con effetto retroattivo per gli anni in cui è stata in vigore.

Anni in cui, nonostante i buoni propositi, tanti inquilini si sono comunque trovati in difficoltà nel dimostrare quanto denunciato vista la comprensibile mancanza di ricevute o pagamenti tracciati di canoni invisibili (anche per una norma che lasciava la possibilità ai proprietari di denunciare a loro volta gli inquilini per occupazione abusiva). Insomma, una norma estremamente penalizzante per i proprietari, forse in modo eccessivo, e senza sufficienti tutele per gli inquilini che, spaventati da una possibile controversia giudiziaria, hanno preferito in maggioranza lasciare le cose come stavano.

Di sicuro, adesso, potrebbero trovare ancora più problemi tutti quegli inquilini che, nonostante tutto, avevano trovato il coraggio di denunciare la loro situazione.  Gente che adesso si ritrova senza più il supporto dello Stato. Difficile prevede cosa succederà adesso. Se il governo non interverrà sulla questione il rischio è che migliaia di padroni di casa si rivalgano sugli inquilini, colpevoli soltanto di avere esercitato un diritto, e con il rischio di ritrovarsi senza più una casa.