LE AREE DISMESSE NELLA REGIONE LOMBARDIA

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Capannone_bramme_-_area_ex_Falck_Unione_02 Il fenomeno della dismissione industriale rappresenta una delle manifestazioni del mutamento che ha interessato le forme organizzative della produzione e del lavoro.
Le aree industriali dismesse possono rappresentare una criticità per il contesto ambientale e urbanistico in cui si trovano. Tali ambiti, anche denominati brownfields, sono localizzati prevalentemente in aree urbane o periurbane e richiedono interventi che consentano il loro riutilizzo e rivalorizzazione introducendo nuove funzioni e minimizzando il consumo di ulteriore suolo.
La legge regionale lombarda di governo del territorio (Lr. 12/2015) e le modifiche introdotte dalla legge “Disposizioni per la riduzione del consumo di suolo e per la riqualificazione del suolo degradato” (Lr.31/2014) hanno come obiettivi prioritari la rivalorizzazione delle aree compromesse e il riutilizzo ottimale degli ambiti territoriali. Per tali fini tra il 2008 e il 2010 è stata realizzata la “Banca dati geografica per il censimento e il marketing territoriale delle aree dismesse”, da parte della Direzione Generale Territorio e Urbanistica in collaborazione con AssimpredilAnce e le Province.  Tale attività di censimento, rilievo e successiva mappatura delle aree dismesse o in degrado è utile per una razionale e ordinata programmazione degli interventi di rivalorizzazione delle aree e per le attività di pianificazione territoriale.  A partire dalla banca dati sono state generate delle schede di descrizione di ogni singola ambito degradato individuato sul territorio.
Tramite la seguente mappa è possibile non solo individuare i brownfields presenti sul territorio regionale ma anche consultare simultaneamente le informazioni caratterizzanti l’ambito e descritti all’ interno delle specifiche schede, in particolare i rispettivi dati identificativi, quantitativi e gli eventuali vincoli o criticità esistenti in previsione del futuro riutilizzo.
Per quanto riguarda la città di Milano sono presenti ben 25 brownfields in attesa di interventi di riqualificazione, per una superficie coperta pari a 212.491 mq e una superficie fondiaria pari a 522.408 mq. Soffermando l’attenzione su Milano è possibile identificare anche gli edifici, aree edificate di grandi dimensioni e le aree libere, mappati dallo stesso Comune,  che rappresentano  gli immobili privati attualmente inutilizzati e in stato di degrado. Questo censimento rappresenta la fotografia attuale della città e riporta tutte quelle situazioni che vengono percepite dalla popolazione come in stato di degrado o inutilizzo.  Gli ambiti sono stati classificati rispetto alla destinazione funzionale e rispetto allo stato di degrado/abbandono o sottoutilizzo in cui versano.   Abbiamo analizzato nel dettaglio il database elaborato dal Comune e mappato precisamente le superfici di tali immobili e aree, individuando 176 ambiti di degrado con una superficie areale di circa 672.920,95 mq (area stimata rispetto alla mappatura effettuata).
Immagine1La  mappa ha le finalità principali di:
– evidenziare le criticità del fenomeno della dismissione industriale;
– porre attenzione sulle esternalità e sui problemi generati da abbandono e degrado;
– far emergere come siano diffusi tali ambiti degradati sul territorio, al fine di poter prevedere in futuro interventi di riutilizzo e rigenerazione;
La Legge di governo del territorio attribuisce alle aree compromesse un ruolo chiave per la ri-valorizzazione del territorio lombardo, rivolgendo l’attenzione all’utilizzazione ottimale delle risorse territoriali e alla conseguente minimizzazione di consumo di suolo libero attraverso l’individuazione delle parti di città o di territorio urbano caratterizzate da dismissioni in atto, abbandono o degrado urbanistico e/o paesaggistico.
Al fine di promuovere il recupero delle “aree urbane compromesse”, Regione Lombardia dà ai Comuni anche la facoltà di procedere sollecitando direttamente i proprietari a presentare progetti per il recupero e, in caso di mancato riscontro, di intervenire sull’area in oggetto avviando la variante urbanistica finalizzata al recupero dell’area.
Infine anche il Piano Territoriale Regionale (PTR), ha assunto come riferimenti essenziali la minimizzazione dell’uso di nuovo territorio attraverso una migliore utilizzazione delle aree già urbanizzate e dei volumi edilizi esistenti ed il recupero delle aree dismesse, con priorità su ogni altra forma di edificazione.