Usufrutto allargato a famigliari. Come funziona?

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Salve ho un quesito da proporle, Caio vende a Tizio una casa rurale e dei terreni rurali mediante scrittura privata del 1983. Caio si riserva l’uso in vita per se e per i propri familiari di tutti i beni oggetto di compravendita.

Caio muore, unico erede è il fratello Sempronio, nonchè padre di Tizio e colui che ha pagato il prezzo della compravendita.

1 quesito:

Il contratto è ancora valido?

2 quesito:

Tizio può mandar via Sempronio?

3 quesito:

Sempronio può alienare case e terreni a terzi?

Stando a quanto riferisce, Caio ha venduto le sue proprietà rurali riservandosene l’usufrutto a vita. In altre parole, si tratta della vendita non della piena, ma solo della nuda proprietà dell’immobile e dei terreni. Cioè, chi acquista la proprietà, ha il diritto di disporre del bene (cioè venderlo, donarlo, trasmetterlo ai propri eredi per successione), ma non quello di goderne (abitarlo, concederlo in locazione, in comodato, ecc.), perché questo diritto è riservato all’usufruttuario per il resto della sua vita. Sulla scorta di ciò il contratto dovrà ritenersi valido, Tizio potrà tornare ad avere la piena proprietà dei beni a discapito di Sempronio che invece non ha alcun diritto sugli stessi. Il diritto di usufrutto cessa con la morte dell’usufruttuario, in quel momento il nudo proprietario entra nella piena disponibilità dell’immobile. Solo eventuali contratti di locazione conclusi dall’usufruttuario proseguono fino alla loro naturale scadenza, ma non oltre cinque anni dalla cessazione dell’usufrutto.