Esiste un segmento del mercato immobiliare poco considerato eppure destinato a salire e a creare sempre più occupazione in un futuro prossimo: il “senior housing”.
Ma di cosa si tratta?
Con “senior housing” si fa riferimento a quelle soluzioni abitative concesse in affitto ad anziani auto sufficienti.
Detta diversamente, una sorta di grande albergo “in pianta stabile” (ossia quale scelta di vita) per anziani che risultino autonomi. In pratica, queste soluzioni si pongono a metà strada tra le strutture protette e i centri diurni per gli anziani.
Il loro obiettivo è quello di coniugare al meglio tre distinti elementi. Agevolare la socializzazione; garantire comunque una certa indipendenza; infine prevedere e offrire un livello “minimal” di assistenza sanitaria.
La crescita della quota di questo segmento di mercato viene ricondotta a 6 macro-variabili:
• Il progressivo invecchiamento della popolazione
Secondo i recenti dati Eurostat, gli over 65 in Italia sono oggi il 22,8% della popolazione totale, contro una media europea del 20,3%. Dai 60 anni in su, si conta, invece, una platea di 14 milioni di italiani, quasi un cittadino su quattro.
• La riduzione del nucleo familiare
Oggi oltre ai genitori si contano uno o, al massimo, due figli, che non poche volte vivono distanti. In questi casi, seguire e stare vicino ad un genitore anziano risulta difficile. La soluzione senior housing può costituire un buon compromesso tra una necessità oggettiva e il bisogno di sapere in un posto sicuro il proprio caro.
• La privatizzazione del settore
Da un paio di decenni ormai, i Governi europei stanno spingendo in questa direzione, come dimostrano innanzitutto le dinamiche in materia di accreditamento del privato che decide di operare in tale ambito.
• Un aiuto al mondo del lavoro
Per un Governo occuparsi degli anziani sarà anche come sostenere e favorire indirettamente il tasso occupazionale nazionale. Ci avviamo, infatti, verso una società in cui il peso dei servizi alla persona aumenterà sempre più.
• L’aspetto legato ai ritorni economici
Al riguardo l’Osservatorio nazionale sulle strutture residenziali per anziani ha accertato che le rette sono mediamente salite del 2% l’anno tra il 2011 e il 2016. È evidente quindi che la domanda su tale fronte non manca, con i prezzi (e la redditività) che crescono con costanza.
• La costante crescita della finanza
Una conferma indiretta la dà la presenza dei fondi immobiliari a 360° nel mondo delle residenze per gli anziani, di cui il senior housing è solo una di queste componenti.
Come è facile intuire, anche nel nostro Paese ci sono tutte le condizioni perché questo mercato cresca e crei occupazione futura, invertendo la tendenza, marcata in Italia, a ricorrere all’assistenza mediante una badante.
Il senior housing è infatti una realtà già diffusa e sedimentata, in molti altri Paesi europei con variabili simili alle nostre, come Francia, Germania e Inghilterra.
Il mercato-target è composto da utenti con reddito medio annuo, tra i 20 e i 30mila euro, con rette modulate in modo da garantire un pacchetto di servizi di base e una serie di servizi opzionali. Come rileva una recente indagine Nomisma, le strutture oggetto di investimenti privati hanno precise caratteristiche comuni: si trovano in prossimità di grandi città, hanno grandi dimensioni e dispongono di ampi spazi comuni.
Insomma sembra che le opportunità per investitori e potenziali operatori del settore siano interessanti e destinate a crescere.
FONTI: https://www.proiezionidiborsa.it/questo-segmento-del-merca-to-immobiliare-e-destinato-a-salire-e-a-creare-occupazione/https://www.intopic.it/economia/mercato-immobiliare/